C’è pace nel soggiorno, appena arrivato un rapido sguardo e la situazione appare chiara.
Una femmina di pastore cecoslovacco di oltre 14 anni giace al centro della stanza. E’ presente, cosciente ma ogni minimo movimento, l’alzare una palpebra o muovere di un millimetro i grandi padiglioni auricolari le costa una fatica immane. Il respiro è discordante, corte inspirazioni seguite da espirazioni in due fasi in cui quasi con sofferenza si nota lo sforzo di spingere con i muscoli addominali il diaframma.Inspira, pausa, inizia l’espirazione ma poi si blocca e quindi riprende.
Il cuore è rapido, molto veloce ma al contempo il suono è flebile. Le estremità sono ferme da tempo, forse è già passato un mese dall’ultima volta che è riuscita ad alzarsi oppure a rimanere in piedi dopo essere stata sollevata dai suoi amorevoli custodi umani.
I visceri addominali sono commpletamente fermi, non si ode un solo borborigmo in due minuti di auscultazione. La temperatura della superficie corporea è bassa. Mi raccontano anche che sono ormai giorni che non chiude più gli occhi, anche quando dorme profondamente.
Ha fatto una bella vita, intensa assieme al suo compagno umano. Per sentieri, boschi, vette. Uno dei primi esemplari di Pastore Cecoslovacco arrivati in zona, in un tempo in cui questa razza era conosciuta da pochi e quasi solo sui libri.
Fino a un paio di mesi fa, forse tre, non aveva avuto particolari problemi di salute. Poi improvvisamente una grave infezione renale le era stata quasi fatale. Curata con antibiotici e cortisone era riuscita a superare la fase acuta, ma di li a poco la perdita rapida dell’uso delle zampe posteriori, fino a rimanere immobile, paziente e con ancora tanto appetito. La presenza di appetito e una situazione fino al giorno prima del mio arrivo stabile, aveva spinto i suoi compagni umani a contattarmi per vedere se in qualche modo fosse possibile recuperare l’uso delle zampe. Poi un nuovo tracollo, giusto la sera prima: un episodio di vomito, rifiuto del cibo e questa respirazione molto difficoltosa.
L’impressione che ho avuto in quel momento è stata quella di una creatura molto probabilmente prossima al trapasso e c’era una grande calma e serenità in quella stanza. Questa calma ha aiutato tutti noi. Mi ricordo di aver detto al suo umano che potevamo comunque fare qualcosa che potesse aiutare Gulli a compiere il suo destino ..qualsiasi esso fosse, in modo naturale. Dissi che avevo con me un rimedio omeopatico particolarmente affine alla situazione del cane. La somministrazione di questo rimedio avrebbe “rimosso” i blocchi che permettevano il perdurare della situazione. Cosa sarebbe successo non poteva essere derminato a priori in questa specifica e severa situazione clinica. Ricordo dissi che con tutta probabilità il rimedio avrebbe aiutato l’anziano cane ad andare oltre la Soglia in modo sereno, dormendo. Dissi anche che in alcuni casi, riportati in letteratura omeopatica, questo rimedio omeopatico aveva prodotto un effetto inaspettato tale da guadagnarsi il titolo di resuscitatore di cadaveri .
Preparo il rimedio, secondo i canoni dell’omeopatia classica e lo somministro al cane. E ci mettiamo in attesa. L’effetto nelle situazioni acute, a volte si palesa anche solo lievemente già dopo i primi dieci minuti. Prescrivo anche una miscela di fiori di Bach con l’intento di sostenere l’animale nelle sue “scelte” ovvero svincolarsi in modo sereno da quanto sente ci si aspetti da lui, consciamente o meno, per poter decidere liberamente tra lottare per restare oppure rendersi e pacificamente disincarnarsi.
Il rimedio omeopatico porta con sé un’informazione e questa attraverso il contatto tra l’acqua in cui è disciolto e l’acqua di cui l’organismo è prevalentemente composto, si diffonde ad ogni cellula. Una diffusione di un’informazione ad alto grado di coerenza. In un primo tempo è l’informazione del rimedio quella che “dirige” il corpo-mente, in seguito il principio di coerenza del paziente organizza una risposta a questo stimolo e riprende il comando del corpo. Se il rimedio è quello giusto almeno per quell’istante in cui viene somministrato, allora lo stato caotico in cui versava il paziente si risolve e tutto fluisce verso la miglior soluzione possibile.
Sono passati 10 o forse 11 minuti e in maniera evidente una grande quantità di aria percorre l’esofago di Gulli, esternamente il collo si solleva al passaggio di quest’aria. Gli levo il collare. Una serie di eruttazioni è il primo fenomeno. Dopo questo passaggio di aria, il cane si mette a dormire profondamente e sogna. Le zampe, tutte e 4 si muovono come se stesse camminando.
La prima cosa importante da dire è che quel giorno Guya resta: la sera mangia un poco, beve e fa i suoi bisogni fisiologici. Sempre a terra. Segue un lungo periodo di alti e bassi. La comunicazione tra me e i ragazzi del cane è quasi quotidiana. Ci sono giorni critici in cui non mangia, non si relaziona, non beve e tutte le sue funzioni fisiologiciche sono al minimo. Abbiamo però in mente, tutti e 3, quali sono i segni che richiedono la ripetizione del rimedio. I ragazzi osservano, quando il respiro diventa più affannoso, la temperatura della superficie del corpo più fredda e Guya si perde un po nel suo mondo.. il rimedio viene ripetuto. Passano giorni tra una somministrazione e la successiva. La ripetizione non è meccanica.
Il giorno dopo la prima visita mi scrivono: “È bella vitale ma cmq non si alza. Mangia e beve sempre con un microvomito. Ha fatto finalmente la pipi.” Due giorni dopo, il 25 marzo, è un momento critico. Rifiuta distogliendo la testa il cibo, l’acqua, la respirazione è nuovamente difficoltosa, è molto meno vitale del giorno precedente e sembra più fredda. Il rimedio viene ripetuto, è la seconda somministrazione dopo quella della prima visita. Il 26 marzo è nella stessa situazione, piccola variazione: mangia un biscotto. Il 27 marzo siamo ancora sospesi, inizialmente mangia qualcosa e fa le sue funzioni fisiologiche poi nella giornata un nuovo ritorno dei sintomi così com’erano prima della prima somministrazione del rimedio e questo viene risomministrato (3a volta). Anche questa volta dopo circa 10 minuti dalla somministrazione i sintomi si attenuano, il cane si rilassa e riesce a riposare meglio.
Dal 27 marzo nei 7 succesivi giorni il miglioramento è lento ma inesorabile tant’è che il 4 aprile mi scrivono “Ciao! Siamo in una fase a noi incomprensibile… Guya sembra non avere più alcun fastidio respiratorio. È più presente. Ha appetito. Dorme bene. Ma non sta proprio in piedi.”
La seconda visita avviene da li a poco, non posso che constatare che il cane è vigile, presente, quasi soddisfatto di come venga accudito e obbedito dai suoi umani, mangia con appetito, beve, il respiro si è normalizzato. La risposta alla sollecitazione profonda delle zampe è tornata presente. Ovvero pizzicando tra le dita, Guya ritrae le zampe. Questa però è l’unica reazione perché per il resto rimane sdraiata e ogni tanto chiama per essere girata sull’altro lato. Siamo ormai tutti al suo servizio!
A questo punto inserisco nella terapia un fitoterapico che utilizzo normalmente per problematiche di natura articolare/algica. Restiamo anche che il rimedio omeopatico verrà ripetuto solo quando necessario. Il cane ha superato la fase critica e ora ha senso provare a stimolare il suo corpo per vedere quanto può recuperare. Siamo sereni e senza aspettative. E’ l’8 aprile, sono passate due settimane dalla prima visita. Questa fase con alti e bassi da omeopata l’ho interpretata seguendo uno schema elaborato dal dottor Kent all’inizio del 1900, le decisioni di ripetere o non ripetere il rimedio non sono state casuali.. non lo sono mai. Ma ciò è possibile solo se “i proprietari” collaborano.
In due settimane, in modo non lineare, siamo passati da una situazione di possibile morte ad una di recuperato benessere con una disabilità. Usando solo un rimedio omeopatico.. che evidentemente era quello perfetto per la situazione e per il paziente.
Viene spesso detto che l’omeopatia è lenta .. cosa per nulla vera, ma si dice così per non dire che l’omeopatia è impegnativa, sia per il medico ma anche per chi esegue la terapia. Massimo impegno = massimo risultato. Minimo impegno = nessun risultato. Per me è molto piacevole aver a che fare con queste persone, quelle che accudiscono Guya, perché hanno una buona capacità di gestione delle loro emozioni… sono persone adulte e mature.
20 aprile 2018 messaggio: Mangia con appetito e, solo quando non la vediamo, si sposta credo strisciando. Da ieri ha fatto pure qualche tentativo di alzarsi…! Riuscendo a mettersi seduta. Poi è scivolata giù.
26 aprile 2018 messaggio: Da 2 giorni diversi tentativi di alzarsi. Si gira sola da una parte all’altra e.. accompagnata con in minimo sostegno dietro, abbiamo fatto circa 15 metri di “camminata” nell’erba
Questa è la sorpresa del pomeriggio del 26 aprile
Si alza da sola e va verso la bascula. Io sono realmente commosso. Erano più di 4 mesi che non si alzava o riusciva a stare seduta una volta alzata di peso.
3 maggio, ancora progressi!
Qui in compagnia del suo grande amico Gandalf! Sulla collina dietro casa, su cui è arrivata con le sue zampe, ancora un po’ sostenuta dai suoi bipedi accompagnatori
L’8 maggio abbiamo però un problema. Viene descritto come un cedimento. Tremori, respiri pesanti, pupille dilatate, urina molto odorosa. Nella biografia clinica recente del cane c’è l’episodio di fine 2017 in cui ebbe un’infezione renale, curata allora con antibiotici e cortisone.. dopo la quale non era più stata bene (sintomo eziologico, annotato a suo tempo nella mia scheda). E’ nuovamente un momento critico, ma per una serie di motivi non riusciamo a sentirci/leggerci per tempo. Gli viene somministrato il rimedio, 4a somministrazione, e poco dopo i sintomi si attenuano. La mattina del 9 maggio è sveglia, forse un po’ rigida nei movimenti (ma cammina da sola) e lievemente incontinente. Ma rapidamente , nel giro di 7 giorni, si riprende ed è piena di energia.. stupefacente.
20 maggio – Guya è quasi da un mese che si alza da sola ed è in grado di risalire la collina, un discreto dislivello, cammina riuscendo a cambiare direzione rapidamente ed è in grado di affrontare la discesa per tornare a casa. Ha 15 anni, di per sé è già un record arrivare a questa età per un pastore cecoslovacco, non prende farmaci allopatici. La terapia da marzo è rimedio omeopatico quando serve (lo ha preso 4 volte in 2 mesi) e un fitoterapico, aggiunto da aprile e somministrato quotidianamente. Il rimedio omeopatico fornisce all’intelligenza organismica le istruzioni per ripristinare l’equilibrio interno (la coerenze interna), il fitoterapico agisce a livello fisico con un meccanismo di tipo biochimico e dose dipendente.
L’estate subentra alla primavera e Guya si gode tutto ciò. Quando può ruba cibo, lo ha sempre fatto, e quando lo ruba a volte dopo sta male. Sono questi i casi in cui il rimedio viene ripetuto: altre 2 volte, a metà agosto e a metà settembre. Altra nota estremamente positiva, il cane negli ultimi mesi ha ripreso peso e massa muscolare.. evento in controtendenza rispetto a quella che è la normalità attesa in un soggetto molto anziano.
15 dicembre 2018 – Winter is coming !! E il lupo, vivo e attivo, è nel suo domicilio!
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